domenica 21 aprile 2013

odio

qualche tempo fa un mio amico - parlavamo di salvezza dell'anima - mi ha detto: il problema è che io odio.
io non ho saputo cosa dire. la mia prima reazione è stata di stupore, come davanti alle cose che non capisco. perché io, a parte la pioggia, non odio proprio nessuno.
non mi viene naturale, intendo. sono una persona irascibile, e i miei figli esauriscono sempre troppo rapidamente la piccola riserva di pazienza di cui sono dotata. che poi, anche la pioggia, più che altro non la sopporto, mi mette di cattivo umore, mi toglie energie. ma non è che desidero che sparisca dalla faccia della terra. la pioggia come chiunque altro.
è che io ho un grande dono: mi dimentico le cose.  per quello, credo, non riesco a portare rancore. lo considero un grande dono prima di tutto per me, perché l'odio ti rode dentro, come la carie.
una volta ho partecipato a un viaggio con arzille signore annoiate. era un tour dei musei di arte contemporanea della provenza.  picasso, chagall, la piccola cappella di matisse a vence, la fondazione maeght a saint paul de vence, mirò... indimenticabile, anche per i compagni di viaggio: mia sorella e una giovane coppia, lei una bellezza angelica dal sorriso disarmante, lui capace di trasfigurare con l'ironia la situazione più paradossale. è morto giovane, troppo giovane, e ogni volta che penso a quel viaggio, o rivedo lei, mi ritrovo a pensare a quanto mi sono divertita alle sue esilaranti, surreali battute.
beh insomma in sto viaggio c'era anche la mia vecchia professoressa di scienze del liceo, che in generale odiava le femmine, e me, non so perché, di più. a me piaceva un sacco, fare il laboratorio di scienze. nonostante lei mi odiasse, le ero grata per quello che ci faceva fare. lo sapevo, che non è una cosa comune, in un liceo classico, fare la dissezione di un qualsivoglia animale, preparare il vetriolo con l'acido solfidrico, e cose così.
comunque a un certo punto eravamo dentro una chiesa, mi pare, lei si siede accanto a me per ascoltare la spiegazione e mi fa, con la sua dentiera traballante che aveva già al liceo: tu mi odi, vero? lo so che mi odi. io le ho detto no, e basta, non mi è venuto fuori altro. che poi mi ha fatto venire in mente quella volta che nevicava e sono andata a scuola lo stesso ed eravamo in quattro e siccome non poteva andare avanti ci ha interrogato tutti, quell'altra che le ho chiesto di uscire perché ero piegata in due da quello stramaledetto mal di pancia mestruale, e lei mi fa, con un sorrisetto sadico: stavi proprio male, ieri, eh? cose che, se non mi avesse detto così, avrei dimenticato proprio del tutto. ma odiarla...
era una donna infelice, credo, e mi dispiace, perché poteva essere una tipo la montalcini, le assomiglia pure, uso il presente perché da quello che so è ancora viva, l'ultima volta che l'ho vista ero incinta, quindi non è stato tanto tempo fa, stavamo dal medico che fa i certificati per la patente...
beh, insomma, l'altro giorno è morta margaret thatcher.
e tutta sta gente che brinda perché è morta una donna di 87 anni con l'alzheimer...
quando c'era la thatcher, a me piaceva. non sapevo niente della situazione degli operai inglesi, poco  dei minatori coi loro scioperi ad oltranza, pochissimo di bob sand e degli altri morti di fame (nel vero senso dei termini).
era una donna a capo dell'inghilterra, perchè allora la chiamavo ancora inghilterra, non come adesso che stresso i miei alunni che si chiama regno unito di gran bretagna e irlanda, una donna che aveva le idee chiarissime e non aveva paura di fare quello che credeva giusto fare.
poi il bianco e nero ha cominciato a farsi tutto un grigio, ho visto grazie signora thatcher, full monthy, i tristissimi film operaisti di ken loach, ho conosciuto l'irlanda, e ho amato la sua musica, la sua storia e la sua gente. probabilmente adesso margaret tahtcher non mi piacerebbe più, probabilmente non piacerebbe più a tanti.
stamattina ho sentito il sindaco di londra, alla radio, dire che ha reso gli inglesi infelici.
non lo so. io sinceramente non lo so come sarebbe andata senza la thatcher. sempre facile parlare col senno di poi.
comunque, come ho detto al professore, l'hanno eletta tre volte.
anche hitler, mi ha detto lui. 'che voto avevi in storia in terza liceo?'.
non me lo ricordo. basso, probabilmente. ho un'idiosincrasia per le date. l'esame di storia contemporanea era andato benissimo, finché all'ultima domanda il prof mi ha chiesto quand'era cominciata la prima guerra mondiale. nel 1914, ho detto esitante io. sì, ma la data, mi fa lui. eh, la data. non la so, la data. lei capisce, la devo mandare via... la prima guerra mondiale... sì, certo capisco, arrivederci. comunque hitler appena eletto ha instaurato una dittatura. la thatcher no. non era una pazza furiosa.
io capisco l'esultanza quando i suoi cari colleghi di partito l'hanno fatta fuori sostituendole l'insulso john major. ma adesso... no, non lo capisco, non lo posso proprio capire.





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