venerdì 5 aprile 2013

dall'esilio 1


(...) 
Chi scrive una poesia la scrive soprattutto perché l'esercizio poetico è uno straordinario acceleratore della coscienza, del pensiero, della comprensione dell'universo.
Quando si è provata una volta questa accelerazione non si è più capaci di rinunciare all'avventura di ripetere quest'esperienza, e si cade in uno stato di assuefazione. (...)
Chi si trova in un simile stato di dipendenza rispetto alla lingua è, suppongo, un poeta.

Josif Brodskij, da Un volto non comune - discorso per il nobel

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