(...)
Chi scrive una poesia la scrive soprattutto perché l'esercizio poetico è uno straordinario acceleratore della coscienza, del pensiero, della comprensione dell'universo.
Quando si è provata una volta questa accelerazione non si è più capaci di rinunciare all'avventura di ripetere quest'esperienza, e si cade in uno stato di assuefazione. (...)
Chi si trova in un simile stato di dipendenza rispetto alla lingua è, suppongo, un poeta.
Josif Brodskij, da Un volto non comune - discorso per il nobel
cinquant'anni, poco più. la scuola, la casa, la lotta impari col caos,un marito e tre ex piccoli figli adorabili, quando dormono... e questa piccola stanza virtuale tutta per me.
venerdì 5 aprile 2013
dall'esilio 1
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento