giovedì 28 giugno 2018

THINK PINK 12 - Rachel Moran


Rachel Moran è una sopravvissuta. Si chiamano così tra loro le donne prostituite che sono riuscite ad uscire dall'inferno del mercato della prostituzione.
Ha scritto un libro che consiglio a tutti di leggere e che esprime il punto di vista delle donne sfruttate sulla prostituzione, e che condivido dalla prima all'ultima riga, a partire dal titolo: Stupro a pagamento.
Ci sono moltissime idee che voglio rilanciare di questo libro perché da sempre considero la prostituzione l'incarnazione, non trovo altro modo di definirla, l'incarnazione del vulnus originario, visto che lo chiamano il lavoro più antico del mondo, dei rapporti tra uomini e donne, della distorsione nell'armonia della creazione, per cui il sesso è diventato strumento di potere, di prevaricazione, di controllo da parte del maschio sulla femmina.
Ho sempre considerato le prostitute, prima di tutto, donne, e il fatto che un uomo possa anche solo pensare di considerare acquistabile una donna, la fondamentale riduzione a oggetto della persona insita nel gesto di pagare una prestazione sessuale, mi ricade inevitabilmente addosso come se insieme alla donna prostituita venisse violata anche la mia dignità e quella di tutte le donne.
La prostituzione è una cosa di una violenza così mostruosa nella mia percezione che quando ho sentito alla radio parlare Rachel Moran ho capito all'istante che finalmente avevo trovato una persona che ne parlava nei termini che io avevo sempre sentito chiarissimi dentro di me e lo faceva a partire dalla sua tragica esperienza personale.
Stupro a pagamento spiega come la prostituzione sia una violenza sessuale considerata lecita per il semplice fatto di che lo stupratore paga la sua vittima. Smonta una ad una tutte le giustificazioni addotte alla diffusione legale di questa violenza, partendo dall'esperienza personale dell'autrice che si è trovata sulla strada a 14 anni per arrivare a proporre e sostenere un intervento legislativo globale che punti a punire la domanda invece che criminalizzare le vittime, così come proposto dal cosiddetto modello nordico, che a partire dalla Svezia è stato adottato anche in Norvegia, Islanda, Francia e recentemente anche in Irlanda, il paese di Rachel Moran.


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