domenica 8 novembre 2015

ancora una cosa


quando ho scritto il post sulla pietà, la tenerezza e la misericordia, il papa e il Che volevo dire un'altra cosa, che poi ho preso un'altra strada e mi son dimenticata di finire il discorso, volevo dire che quello che a me non mi convince in tutta questa misericordia del papa e di tutto questo entusiasmo che lui e i suoi discorsi suscitano in tutti, soprattutto quelli che non frequentano tanto la chiesa, e non che questa cosa mi dispiaccia, sia chiaro, ma è che mi sembra tanto che tutti dal papa in giù si affannino a distribuire a tutti tante belle pacche sulle spalle, certo fa piacere, una bella pacca sulla spalla, vai così che vai bene, naturalmente riguardo a quelle cose, peccati le chiamo io, che riguardano la condotta sessuale, quello che uno fa in camera da letto e che notoriamente non deve interessare a nessuno, o le cose che riguardano la pratica della fede, per esempio la messa, la comunione, i sacramenti. ma sì, dai che vai bene. tranquillo. basta che non rubi, che fai una vita da povero. che aiuti gli altri.
ma questa è una logica che manco vetero testamentaria, è la logica dei buoni sentimenti, dei
volémose ben, dell'io non faccio del male a nessuno. non che sia un male, voglio dire, ma resta sempre la questione centrale: il male c'è, il male è tra noi, è dentro di noi. c'è il male, c'è il dolore, anche quello in nessun modo spiegabile dei bambini, c'è la morte, non tanto quella, sorella, che arriva alla fine di una vita carica di giorni, ma quella di una mamma che lascia figli orfani, di bambini che lasciano madri disperate, di giovani vite spezzate dalla sorte o da una sofferenza infinita, c'è l'ingiustizia senza condanna, c'è la violenza lasciata impunita. c'è lo sfruttamento, c'è la tortura, c'è la prevaricazione fisica e morale, che spezzano vite e spesso non trovano neanche riconoscimento, se non risarcimento...
il gesù in cui credo ha dato una risposta a tutto questo. altro che pacche sulle spalle.
quello che non ho scritto ieri è che gesù non ha mai detto a nessuno di quei peccatori che sono diventati suoi amici: vai così che vai bene. continua pure così, tranquillo. nè loro hanno chiesto il patentino di buon cristiano che tanti oggi pretenderebbero dalla chiesa. come se la chiesa potesse darlo, poi.
a me dispiace tanto, ho tanti amici che vivono la condizione di divorziati, risposati, conviventi e compagnia bella, e che vorrebbero sentirsi dare una bella pacca sulla spalla.
anch'io, per altri motivi, avrei tanto bisogno di una pacca sulla spalla. come tutti.
di sentirmi dire: ma no, tranquilla, continua pure così.
e invece lui se ne sta lì, zitto, appeso a una croce, crocifisso nelle infinite sofferenze di questo mondo, e a me basta guardarlo un attimo per vedere tutte le mie miserie e a ringraziare di avere un altro giorno per provare a fare qualcosa di meglio.

Nessun commento:

Posta un commento