domenica 26 maggio 2013

la bellezza ci salverà


oggi col coro parrocchiale siamo andati a fare la nostra gita-servizio annuale al duomo di bressanone.
eravamo lì nella cantoria del duomo, con la maestosità dell'organo alle spalle e davanti lo splendore baroccheggiante di una chiesa che non è propriamente il mio genere, ma è sicuramente una bella chiesa. e non ho potuto fare a meno di pensare che vorrei dire al papa: no, le chiese non le dobbiamo vendere, caro papa. perché non c'è solo la pancia da riempire. e riempita la pancia, poi si svuota di nuovo, e allora cosa gli darai, da mangiare, ai poveri? e quando noi e questi poveri saremo morti, ai nostri figli, ai nostri nipoti, a quelli che verranno, cosa lasceremo?
e chi le comprerà, queste chiese, spesso frutto del lavoro di tanti poveri, delle loro offerte, del loro sangue, perfino? qualcuno che metterà un biglietto all'ingresso, togliendo loro forse l'unica possibilità di godere gratuitamente di una bellezza che è in minima parte figura dell'infinita bellezza di dio.
non lo so come sarà il paradiso, certo so che è più probabile che assomigli al fulgore della basilica di san marco che non a certe chiese di cemento armato. no, il cemento armato in paradiso non c'è, io non sono sicura di niente, ma di questo sono quasi sicura, che in paradiso il cemento armato non c'è.
 no, papa francesco, le chiese non le dobbiamo vendere, le chiese sono dei poveri, la loro bellezza è l'unica ricchezza dei poveri, insieme a gesù.

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