mercoledì 12 novembre 2014

un grande maestro, un grandissimo allievo





"al mondo non c'è niente di più bello che capire"
g. c. argan




giulio carlo argan, lo storico dell'arte che generazioni di liceali hanno odiato per via del suo manuale verde di storia dell'arte, che il problema era che non era un manuale, ma noi dovevamo usarlo come se lo fosse, e io, in particolare, oltre a capirci poco, non sapevo che farmene, cosa dire, dopo aver letto tutti quei bei discorsi sull'arte greca, che mi ricordo soprattutto quelli, argan, dicevo, aveva iniziato come tanti bravi studenti figli di buona famiglia, a studiare giurisprudenza. un giorno è entrato nell'aula dell'università dove insegnava lionello venturi, e resta folgorato dalla sua lezione su monet.

passa così a quegli studi, e un giorno il professore assegna un approfondimento per casa. argan glielo consegna e il prof gli fa: ne parliamo venerdì prossimo. il venerdì il prof neanche lo chiama, e passa allo studente successivo nell'elenco. pensando che non gli fosse piaciuto, alla fine argan gli chiede timidamente come mai non gli avesse detto nulla, e lui gli fa: è già in tipografia, lo pubblichiamo sull'ultimo numero di non so che rivista.
 a 27 anni argan, già funzionario statale (una specie di soprintendente alle belle arti di adesso) viene chiamato come ispettore centrale a roma, al ministero dell'educazione, dove da lì a pochissimo diventerà consigliere del ministro luigi bottai.
quando mussolini chiede di cambiare il nome di piazza cordusio a milano, argan, di suo pugno, scrive a mussolini che la cosa non si deve fare, perché cordusio significa 'cors ducis, cuore del duce. mussolini, immediatamente approva, e la piazza conserva il suo nome. in realtà cordusio significa corte del duca.


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