martedì 26 marzo 2013

norite cronica

io ho la sinusite cronica. me l'ha detto il mio dottore di quando stavo a passo corese, che l'avevo scelto a caso forse perché aveva un nome da veneto, che però là lo dicevano sbagliato, càssar, lo chiamano, e con due erre alla fine, anche, come a me che mi chiamavano bettinne, quasi. e per caso mi è capitato un dottore bravo, che ormai è una cosa che non capita più, di avere un dottore bravo.
comunque un giorno vado là che ho un raffreddore potente e lui con le dita della mano mi schiaccia gli zigomi proprio sotto gli occhi e ho sentito un male e lui mi fa: male? embe'... ecco, hai la sinusite cronica.
che non sapevo manco cosa fosse, io, la sinusite.
e ogni tanto quando mi viene il raffreddore mi viene. poi passa, e me ne dimentico, quasi.
ecco. la fase acuta di infatuazione per paolo nori si è cronicizzata.
tanti giorni non apro neanche la sua pagina. mi dimentico anche che c'è, delle volte.
poi leggo certi post che capisco anche la mia amica valeria, che quando avevo preso tutti i libri che avevo trovato di paolo nori perché volevo curarmi con l'indigestione, siccome so che lei legge un sacco, le ho parlato di sta sbandata e allora lei si è presa anche lei un po' di libri in biblioteca, ma poi ha pensato: ma chi cavolo mi ha consigliato la laura? ma per carità! e non me l'ha neanche detto subito, me l'ha detto l'altro giorno, quando le ho chiesto cosa stesse leggendo, magari pensava che mi sarei offesa, invece io la capisco, che certe volte mi fa venire i nervi anche a me, paolo nori, quando poi ripete le stesse cose e fa quei discorsi circolari con cui inizia il discorso che ha fatto a cracovia, che non so neanche come hanno fatto a stare lì ad ascoltarlo, magari si vergognavano ad alzarsi oppure non volevano essere maleducati, i polacchi sono persone affabili ed educate, un po' timide come, almeno quelli che ho conosciuto.
poi però, se aspetti un attimo, comincia a metterci dentro le cose che hai sempre pensato anche tu, e altre che non avresti neanche mai pensato di pensarle, e ti domandi come qualcuno abbia potuto farlo, tipo quello che ha fatto una campagna per l'impiego usando come slogan 'arbeit macht frei', una bella frase che aveva già sentito da qualche parte e gli era piaciuta un sacco.
e sta storia a me ha fatto venir voglia di rileggere 'il comunista' di morselli, che per chi non lo sa è uno che dopo che non gli hanno pubblicato neanche uno dei suoi romanzi, che sono tutti almeno quelli che ho letto bellissimi, si è sparato, beh, insomma, il protagonista del Comunista è uno che fa una critica radicale al concetto di lavoro, ma non me lo ricordo bene, mi ricordo solo che ho pensato che era un libro che ne dovevo tenere da conto, e che un giorno l'avrei capito, forse.
e ti accorgi che piano piano la matassa si sbroglia, e ci sta dentro tutto, in quel discorso, quando sono stata ad auschwitz, e lo straniamento di Sklowskij, e il diritto di piangere che per me a volte è anche un dovere, e poi quella cosa che lui ogni tot lava le scale del suo condominio, che mi ha fatto venire in mente etty hillesum, che sto leggendo l'edizione integrale del suo Diario (vedo che ti sei presa un librettino leggero, stavolta, eh? mi ha detto il professore guardandole 900 pagine con un misto di ironia e sufficienza), e cominciava le giornate rammendando le calze, che era una cosa che la faceva stare bene, e infine la poesia di mariangela gualtieri che fino a poco fa non sapevo manco chi fosse e poi un pomeriggio in macchina ho sentito una sua poesia alla radio e ho pensato: sì.

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