mercoledì 8 luglio 2009

la vita, la morte 2.

ho pensato spesso a come sarebbe stato se uno dei miei figli fosse nato handicappato. lo so, si dice diversamente abile. ma io non sono per il politically correct. un amico diceva che questa di credere che cambiare il nome alle cose cambi le cose stesse è una caratteristica prettamente femminile. non credo. io, comunque, non ci ho mai creduto.
quello a cui non avevo mai pensato era che mio figlio morisse. così, senza preavviso. o forse, fatto forse ancora più crudele, senza che mi accorgessi del preavviso.
sicuramente, neanche mia sorella ci ha mai pensato. Rachele dormiva. e lei l'ha lasciata dormire. invece era in coma per un'emorragia cerebrale. era il giorno del compleanno di mia sorella.
dicono che col tempo passa. ogni anno finchè campi compi gli anni e ti ricordi che pensavi che tua figlia dormisse e invece aveva il cervello devastato e non ce l'ha fatta. cinque mesi. più i nove che l'hai portata in pancia, fanno poco più di un anno.
e poi in tre giorni tua figlia non c'è più.

venerdì 8 maggio 2009

La (dis)parità del tempo libero: lui ha 83 minuti in più

RIPORTO INTEGRALMENTE L'ARTICOLO APPARSO SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 6 MAGGIO A PROPOSITO DEL RAPPORTO OCSE. OGNI COMMENTO MI PARE SUPERFLUO
Lui legge il giornale, lei intanto prepara la cena. Dopo l' ufficio lui beve una birra con gli amici, lei affretta il passo perché la lavanderia chiude alle sette e mezza. La domenica c' è la partita in tv, e meno male che i bimbi sono al parco con la mamma. Scene di vita quotidiana e di iniqua distribuzione di un bene preziosissimo: il tempo libero. In Italia più iniqua che mai, visto che gli uomini ne hanno 83 minuti in più al giorno rispetto alle donne. Più dei maschi messicani (80 minuti), dei polacchi (62) o degli spagnoli (33). Più di tutti i loro colleghi dei 19 Paesi passati sotto la lente d' ingrandimento dell' Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Le donne sorridono solo in Nuova Zelanda (dove sono in vantaggio di 2 minuti), in Svezia (+6) e in Norvegia (+16). Lo studio dell' Ocse dice anche che noi italiani non siamo dormiglioni e passiamo tanto tempo a tavola riuscendo a non ingrassare troppo. Magra consolazione per chi poi deve rifare i letti e sparecchiare mentre la sua dolce metà si dedica tranquillamente agli affari suoi. Il tempo libero come luogo privilegiato per osservare una società e la disparità tra i sessi. Lo sa benissimo Domenico De Masi, docente di Sociologia del Lavoro alla Sapienza di Roma che al tema ha dedicato un saggio, Ozio creativo: «Quell' ora e venti che solo noi uomini possiamo goderci è qualcosa di cui vergognarsi. Questo gap ha ragioni culturali: il maschio latino soffre la famiglia e odia la casa, le considera secondarie e accessorie, solo il lavoro è vissuto come l' ambito dell' espressione e della realizzazione di se stessi». E non è un caso che l' Italia si sia conquistata una simile maglia nera: «Siamo usciti tardi dalla ruralità rispetto ad altri Paesi e la visione cattolica ha perpetrato l' immagine della donna come regina del focolare. Sono certo che nella Germania calvinista le cose vadano assai diversamente». L' Ocse conferma: tra i tedeschi la clessidra del tempo libero segna soltanto cinque minuti di privilegio in più per gli uomini. «Siamo nella stessa situazione degli anni Cinquanta, solo che allora le donne lavoravano esclusivamente in casa», commenta Lidia Ravera. Altro che tempo per svagarsi, afferma la scrittrice, oggi ogni lavoratrice deve farsi in tre: «Solo gli uomini possono permettersi il lusso di essere monomaniacali dedicandosi alla carriera. Le donne lavorano prima per uno stipendio, poi per la famiglia e, alla fine, i minuti e le energie che restano li devono spendere per mantenersi belle. Un impegno imprescindibile: essere carine è un obbligo sociale. E se a 19 anni si fa piuttosto in fretta, dopo la trentina i tempi cominciano ad allungarsi...». Ma la coppia che lavora non dovrebbe fondarsi sul mutuo soccorso? «Gli uomini, al massimo, portano fuori il pattume», scherza amaro Maria Cristina Bombelli, docente di Organizzazione del lavoro all' Università Bicocca di Milano e autrice del saggio Alice in business land. Diventare leader rimanendo donne. Un titolo, un problema: «L' organizzazione del lavoro in Italia sembra fatta apposta per non lasciare spazio alla famiglia». E visto che la famiglia pesa quasi tutta sulle spalle delle donne, il risultato è che, quando non sono addirittura costrette a lasciare il lavoro, il tempo libero resta un miraggio. E quelle che riescono a ritagliarsene un po' , lo usano in modo diverso dai loro colleghi? «Assolutamente sì - dice Bombelli -. I maschi preferiscono stare con gli amici, il calcio, la palestra. Le donne, e le statistiche lo confermano, hanno un approccio più colto: leggono, vanno al cinema, frequentano il teatro». Ultimo tentativo di difesa: ma non sarà che gli uomini hanno più bisogno di evasione? «Macché, questa è solo una bugia di comodo che ci raccontiamo, guarda un po' , proprio noi uomini», dice lo psichiatra Giacomo Dacquino, autore del saggio Sesso soldi e sentimenti. No, la natura non c' entra: la colpa è delle «madri latine» che «trattano i figli maschi come dei sultani: loro poi, una volta sposati, finiscono con il considerare le mogli completamente al loro servizio». Non tutto è perduto, però: «Secondo la mia esperienza di terapeuta di coppia questo maschilismo è imperante nelle coppie dai 35 anni in su, mentre i più giovani dimostrano di avere un atteggiamento diverso: il primo che arriva a casa mette su la pasta, svuota la lavatrice, va a prendere il bimbo dalla nonna». Le nuove generazioni sembrano insomma averlo capito: dividersi stress, oneri e tempo libero possibilmente in parti uguali è il miglior modo di amarsi per davvero. Fabio Cutri

mercoledì 8 aprile 2009

incontro con anna maria

oggi sono andata a venezia per incontrare anna maria carpi.
un sonno che non mi reggo, non ho avuto neanche il tempo di rileggere le sue poesie. cosa le dico. l'altra notte mi sono pure sognata che facevo tardi, l'appuntamento era a mezzogiorno e a meno dieci stavo ancora a padova.
comunque. io avevo il mio foglietto stampato da google maps e mi sentivo piena di belle speranze. la sventatezza che mi caratterizza.
ero in notevole anticipo e questo mi dà sempre un senso di sicurezza. solo che quando sono arrivata alla meta ho scoperto che non dovevo andare a ca' foscari, ma da un'altra parte. dall'altra parte, anzi. così non ho potuto neanche vedere la mostra sull'arte cristiana etiope che è una delle cose che mi affascina di più.
perchè ormai ero appena in tempo.
sono arrivata dove dovevo giusto a mezzogiorno. lei non c'era. sulla porta dello studio leggo che alla stessa ora c'era una conferenza. vuoi vedere che è andata lì? eppure mi ha scritto mezzogiorno. dopo un'ora arriva un tipo che forse è una tipa, non si capisce, io almeno non capisco. comunque gli/le chiedo se è lì per la carpi, Sì'',(è unA) se è normale che arrivi con un'ora di ritardo. 'ma il ricevimento è alle due', mi fa. infatti è arrivata alle due meno un quarto: sono stata a una noiosissima conferenza...
mi dice che secondo lei non c'è materiale sufficiente per una tesi, e poi come faccio, con i bambini e tutto il resto...
la vedo proprio difficile...
alle due sono fuori.
c'è un sole, una giornata fantastica.
e venezia resta la città più bella del mondo, comunque.

martedì 7 aprile 2009

i desideri segreti della mamma snaturata 1

scrivere come hemingway.
nessuno è come lui.
l'altra mattina entrando in cucina sento un paio di frasi alla radio dal romanzo che hanno appena cominciato a leggere su radiotre. 'lei si girò per farsi baciare. lascia stare, le dissi'. e già qua avevo capito che era lui. un paio di nomi di vie francesi, ho deciso che stavano leggendo Festa mobile. Invece ho scoperto dopo che era Fiesta.

ho mal di testa

anch'io.
un mal di testa da sonno.
ho così sonno che mi viene da piangere, mica un pianto disperato, un fastidioso, debole e lamentoso piagnucolio da stanchezza.
e ho pure mal di gola.
domani probabilmente avrò la voce abbassata.
e domani ho l'appuntamento con Anna Maria Carpi.
cosa vado a dirle. non ho preparato niente, neanche riletto le sue poesie.
e quando?
stanotte ho pure avuto gli incubi.
sono incazzata con mio marito perchè non mi aiuta per niente in questo, anche se gliel'avevo chiesto, sono incazzata perchè ogni cosa che fa coi bambini o in casa sembra che faccia chissà che impresa epica... sono una stronza, lo ammetto. coi bambini invece è bravo, davvero.
anzi è più bravo di me, si inventa dei giochi per fargli fare le cose, per farli mangiare, per metterli a letto... agostino lo adora, per questo.
mia madre dice che mi devo alzare prima. ho risposto che devo andare a letto prima. Beh, ma ieri sera mica sei andata a letto tardi! eh già, erano le undici e mezza, mi lacrimavano gli occhi, io volevo provare a leggere qualcosa, invece di starmene come un ebete davanti alla tv aspettando che arrivi l'ora del crollo, tanto antonio si è addormentato alla solita ora...
il problema sono tutte le volte che si sveglia e gli dò il ciuccio e mio marito ronfa e fatico a riaddomentarmi e gli incubi e il male al collo...

mercoledì 1 aprile 2009

PESCE D'APRILE?

Se qualcuno ha pensato che la storia del parto orgasmico fosse un pesce d'aprile, sappia che purtroppo non lo è, perché questa notizia è stata pubblicata diversi giorni fa.

PARTO ORGASMICO

Sembra proprio che io sia una delle poche sfigate che non hanno avuto il piacere, è proprio il caso di dirlo, di provare questa eccezionale esperienza. Un mega ultra orgasmo durante il travaglio. Infatti pare che dopo la visione del documentario che per la prima volta indaga sul segreto meglio mantenuto del parto, come recita l'articoletto di Libero (secondo cui per decenni la cosa non si sarebbe divulgata per non "distruggere il mito che vuole la nascita indissolubilmente legata al dolore") torme di donne si siano dette, anzi abbiano detto alla regista del film:
«Non ci avevo mai pensato prima...ma credo di averlo provato anch'io!»"

Insomma c'è una specie di complotto mondiale, supportato dai media che si ostinano a trasmettere scene di donne che urlano mentre partoriscono, per condizionare le giovani generazioni e far loro credere che il parto sia un'esperienza dolorosa e sconvolgente.

Lo dico sempre, Laura: tu guardi troppi film.

venerdì 13 marzo 2009

RICOMINCIARE

Antonio ha quasi due mesi.
ho il blog pieno di bozze che non riesco a pubblicare.

forse è il sonno, chissà. il sonno è fondamentale. per scrivere, per cantare.
sono due notti che antonio mi fa dormire qualcosa di più delle solite quattro ore. ancora non mi illudo, ma ci spero.
sono giornate fantastiche, il prato di casa coperto di viole, l'aria satura del loro profumo, e sto riprendendo in mano i libri.
i miei non capiscono cosa ci voglia a scrivere una tesi.
dopo diec'anni di canzoncine per bambini, colours and numbers, le parti del discorso sono nove,variabili e invariabili, preferisci due quarti di torta o metà?

o forse è la fatica di ricominciare.
cominciare, è bello. ricominciare, invece, è sempre difficile.
per quello che convertirsi è dura. perché dopo la folgorazione sulla via di damasco devi comunque riprendere la vita di tutti i giorni. sei sempre, inesorabilmente tu, non si scappa.

o forse è che ho accumulato così tante cose dette e fatte, lette o sentite da scrivere, che non so da dove iniziare.
del resto, come diceva quel sant'uomo di don bosco, l'ottimo è nemico del bene.
quindi proviamo a far finta di niente, e ripartire da qui.


sabato 14 febbraio 2009

siamo soli

Ahh Non ci posso credere
Sei nervosa e
E non sai perché
Ehh Non è mica facile
Fai l'amore e
E non pensi a me
Ehh Cosa vuoi rispondere
Siamo qui"non mi senti"
Ehh noi parliamo spesso sì

ma è così
siamo soli
EHH!!Tu non puoi pretendere
Siamo qui
Siamo vivi
EHH!!Tutto può succedere
Ora qui
Siamo soli
Siamo soli
Siamo soli
Siamo soli
Vivere insieme a me
Hai ragione hai ragione te
Non è mica semplice
Non lo è stato mai per me
Io che ci credevo più di te
Che fosse possibile
E smettila di piangere
EEH!Tu non puoi rispondermi
Sono qui
E non mi ascolti
EHH!!Tutto può succedere
ora qui
Siamo vivi
Siamo vivi
Siamo vivi
Siamo vivi
Vivere insieme a me
Hai ragione hai ragione te
Non è mica semplice
Non lo è stato mai per me
Io che ci credevo più di te
Che fosse possibile
E smettila di piangere
Siamo soli
Siamo soli
Siamo soliiiiiiiiii.............


martedì 10 febbraio 2009

la vita, la morte 1. ELUANA e IL DOCTOR HOUSE

HOUSE: Sono il dott. House
TERRY:Piacere di conoscerla
H- E’ una stupida se vuole andare via. Ehm… nel suo cervello c’è una tenia. Mi dispiace dirlo, ma se non la eliminiamo entro domenica lei sarà morta
T- L’ha vista o la immagina?
H- Quando starà meglio le farò vedere le mie lauree
T- Lei era sicuro che avessi problemi vascolari, ora non posso più camminare e porto il pannolino. Come mi ridurranno i suoi esperimenti?
H- Non voglio fare esperimenti, spero di guarirla. Ma capisco che davanti al dubbio è meglio morire
T- Come mai è zoppo?
H- Ho avuto un infarto.
T- Un infarto cardiaco?
H- E’ sempre la conseguenza dell’occlusione di un’arteria a causa di un embolo. Può essere cardiaco, polmonare, se è al cervello è un ictus. Io l’ho avuto a una gamba.
T- Non c’era proprio niente da fare?
H- Ci sarebbe stato, eccome. Con una diagnosi indovinata. L’unico sintomo era il dolore ai muscoli. Non molti conoscono l’atrocità di quel dolore.
T- Ha creduto di morire?
H- Ho sperato di morire.
T- E così lei si tiene nascosto dai suoi pazienti perché odia il modo in cui la guardano le persone. Si sente ingannato dalla vita ed è incapace di accettarsi. Però spinge me a lottare. Perché? Che cosa le fa pensare che io sia migliore di lei?
H- Ha paura di diventare come me?
T- Voglio solo morire con un po’ di dignità.
H- E’ inutile sperarlo. Il nostro corpo va in rovina, a volte a novant’anni,a volte nasce difettoso, ma è il nostro destino, non c’è dignità in tutto questo.
Non importa che uno veda, cammini… la morte è sempre orrenda. Sempre! Si può vivere con dignità, ma non morire.

Doc House Medical Division, Pilot episode

mercoledì 14 gennaio 2009

ultimi giorni

ma non sorridi proprio mai!
mi ha detto mia madre l'altro giorno.
e si vede che non c'ho niente da ridere.
io, che ho rischiato più volte di morire dal ridere con la cioccolata su per il naso, io che l'unica volta che un prof m'ha buttata fuori dalla porta è stato perché non riuscivo a smettere di ridere...

manca poco.
ma a me sembra che ogni giorno non finisca mai.
e non ho ancora preparato la valigia.
e ho il glucosio nelle urine e ho dovuto fare la curva glicemica per vedere se ho il diabete.
e vorrei bere il mio tè dalla mattina alla sera, e mangiare una mega pizza, fare una bella colazione con pane e miele, e la spremuta d'arance, e bere il chinotto, e il succo di pompelmo, e farmi un panino con la sopressa, e perfino bere un caffè lungo che non lo bevo mai...
prima Mauro mi ha mandato dei links a siti sulla gravidanza. in uno c'erano le "nostre" storie di mamme: nove mesi d'amore, si intitola la sezione.
"Sognavo ogni notte un angioletto pieno d'amore","Non ho bisogno di nient'altro nella vita... questo per me è TUTTO" "Il periodo più bello della mia vita!" Non finirò mai di ripetere che è un vero miracolo, è magia!!!

martedì 6 gennaio 2009

FRATELLI D'ITALIA. c'era una volta il sistema sanitario nazionale 4

Bruno ha un bozzo in testa. ce ne siamo accorti l'ultimo dell'anno. una cosa grande più o meno come un pugno, sopra l'orecchio destro, che se la tocchi è molle, ma di colore normale, sena parti scure tipo ematoma, e nessuna escoriazione.
mauro l'ha già portato al pronto soccorso, dopo un'accurata palpazione e alcune prove per escludere problemi neurologici (ma lui sembra stare benissimo, nessuna irritabilità, pianto non giustificato, torpore...)li rimandano a casa dicendo di tornare dopo un paio di giorni.
solo che mauro è tornato a casa, e tocca a me.
arrivo che sono le tre di pomeriggio, 5 gennaio. domani è festa, ma oggi no. però è prefestivo. questo significa che i pediatri fanno vacanza.
eccerto. del resto, sono solo quattro giorni di gennaio con la più brutta influenza degli ultimi anni, che vuoi che sia? abbiamo la guardia medica (non pediatrica) e il pronto soccorso, dove ovunque ti giri leggi cartelli minatori della serie: i medici dell'ospedale sono per i bambini ricoverati all'ospedale,gli altri vadano dal pediatra, quando il pediatra non c'è dovete andare dalla guardia medica, guardate che decidiamo noi quanto farvi aspettare e potrebbe essere molto lungo e doloroso, e amenità del genere. fino alle quattro e mezza non esce nessuno. tutti i bambini presenti sono più piccoli di Bruno, dai quindici giorni ai sei mesi. quando finalmente esce una dottoressa, guarda un paio di bambini e poi scompare di nuovo. toccherebbe a noi. bruno continua a correre di qua e di là, a buttarsi per terra, non ne vuole sapere di stare in braccio, è particolarmente attratto dal cestino delle cartacce che evidentemente gli pare un forziere del tesoro.
io non ce la faccio più a tirarlo su da terra, e neanche a stargli dietro. alle cinque e mezza finalmente esce la dottoressa.
la cosa pare strana anche a lei. mi fa fare una radiografia e un'ecografia per valutare se la massa è liquida o no. devo scendere al piano terra. lì trovo un'infermiera che impietosita dal mio stato mi porta al laboratorio lastre. qui comincia una specie di tragedia perché sono da sola e incinta, e quindi non posso tenere fermo il bambino finché gli fanno la lastra. non serve a niente che io dica che lo tengo lo stesso. la tecnica radiologa pare che sia incinta anche lei, allora chiama il dottore. vorrebbero che chiamassi qualcuno a casa. alla fine il dottore scocciatissimo per questa botta di radiazioni che deve prendersi e oltretutto porconando col dottore che ha firmato l'impegnativa in quanto dopo cinque giorni figurati se è una frattura, ma tanto parlare con quello è assolutamente inutile, si sacrifica per questa benedetta lastra. mentre la radiologa spara Bruno si muove, così la lastra viene mossa, ma comunque la frattura c'è eccome.
il dottore me lo dice e mi dice pure che ha già telefonato di sopra alla dottoressa, che tornassimo pure su.l'ecografia non si fa perché la massa è evidentemente conseguenza della frattura. la lastra sbolsa però se la tiene.
torniamo di sopra. la dottoressa mi chiede la lastra, cosa posso farci se non me l'ha data? vabbè, scrivo il referto lo stesso, potete andare, ma veda se riesce a farsi dare la lastra, è comunque un suo referto da tenere per documentazione.
scendo e mi stanno già cercando per darmela. "passi dalla portineria del pronto soccorso a lasciare il foglio". "eh no, signora, deve riportarlo di sopra sa?" "ma mi hanno detto di lasciarlo..." "no guardi, deve proprio tornare su". torniamo su con cappotto sciarpa cappello un caldo boia io non ce la faccio più sono le sette di sera. la dottoressa non c'è più. citofono all'infermiera che venga a prendersi sto cazzo di carta, ma lei telefona alla dottoressa che nel frattempo è scesa giù al nido e lei dice aspettatemi un attimo che già che c'è dò un'occhiata a sta lastra. arriva, e la vedo anch'io: un filo di crepatura lungo tutta la parete laterale del cranio.
resta un mistero quando e come se la sia fatta, perché noi non ci siamo proprio accorti di niente.
tornando mi fermo a comprare un caschetto, e i dolcetti per la calza. stanotte arriva la befana.

domenica 4 gennaio 2009

vacanze di natale

le aspettavo come un miraggio nel deserto, sono già passate.
per dormire, riposarmi, ritrovare tante cose. staccare la spina.
siamo partiti il 24 mattina, lasciandoci dietro casse di libri umidi sparsi ovunque ad asciugare,i termosifoni carichi di fascicoli e copertine, giochi dei bambini nei letti sfatti e di sicuro qualcosa in frigo che Mauro troverà in putrefazione, rientrando a casa. avrò scordato tante di quelle cose ma non m'importa, non voglio che m'importi.
sono stanca.