mi sveglio con il mal di testa e gli occhi gonfi che ogni pianto serale porta inevitabilmente con sé.
no, niente crisi coniugale, stavolta.
molto più banali, stupide e vitali questioni di soldi.
una sera in macchina ho sentito un pastore che faceva il suo sermoncino 'alle otto della sera', lo spazio religioso di radio uno. era sull'invidia, e lui ha impiegato tutto il tempo che aveva a dire che è il peccato dei ricchi contro i poveri. secondo lui 'non desiderare la donna e la roba d'altri' sono appunto il peccato dei ricchi.
a parte che i ricchi non se la passano molto bene nella bibbia in generale, e che non credo proprioche i due comandamenti vadano unificati (non penso che il Padreterno fosse particolarmente affezionato al dieci in sé) sono invece convinta che l'invidia è il peccato dei poveri.
eh sì, caro pastorello, finché me la passavo abbastanza bene ero stupidamente convinta di essere immune almeno da questa bruttissima bestia. non mi era mai successo di andare a casa di qualcuno e provare invidia per una cucina smisuratamente grande rispetto alla mia, per un soggiorno accogliente o un bel parquet di legno vero...
e non avrei mai pensato di mettermi a piangere, come mi è successo l'altro giorno a Padova, dentro a un negozio di giocattoli che avrei voluto comprare tutti per i miei bambini e da cui sono uscita a mani vuote...
cinquant'anni, poco più. la scuola, la casa, la lotta impari col caos,un marito e tre ex piccoli figli adorabili, quando dormono... e questa piccola stanza virtuale tutta per me.
domenica 27 luglio 2008
giovedì 24 luglio 2008
martedì 22 luglio 2008
CLADDAGH
Ho perso un anellino
un souvenir
che le amiche riportano da un viaggio a Dublino:
l'abbraccio d'amicizia,
il cuore-amore,
la corona della fedeltà...
ma ci tenevo tanto,
era per me
una tardiva scommessa di felicità
su un matrimonio appena nato
e malato di già...
un souvenir
che le amiche riportano da un viaggio a Dublino:
l'abbraccio d'amicizia,
il cuore-amore,
la corona della fedeltà...
ma ci tenevo tanto,
era per me
una tardiva scommessa di felicità
su un matrimonio appena nato
e malato di già...
sabato 12 luglio 2008
RITORNO A PADOVA
la settimana dopo la nascita di Bruno Mario ero andata in segreteria a Padova per sapere di che morte dovevo morire. o se per caso ero già morta. avevo sempre rimandato questo momento proprio per la paura di sentirmi dire: mi dispiace, è finita. Il fatto è che io una decina di anni fa ho finito gli esami previsti dal mio piano, e poi basta.
gli esami restano lì, non me li tocca nessuno. invece adesso hanno fatto quella porcata dei nuovi ordinamenti, e se non mi laureo entro il 2010 sono fuori. avevo pensato anche di trasferirmi in un'altra università, ma magari dove vado 'storia della critica' o 'teoria e metodologia generale della letteratura' non ci sono, e magari non me li riconoscono. insomma troppi casini. devo starmene lì, e pure col mio vecchio relatore, quello che la prima volta che gli ho portato qualcosa mi ha chiesto "Ma lei l'ha mai letto un libro?"
giovedì ci sono andata. la rassegnazione, la disperazione che mi spingevano non sono riuscite a soffocare l'ansia. cosa gli dirò, cosa mi dirà. so già che darò il peggio di me.
è incredibile, al Maldura non è cambiato niente. gli stessi bidelli, le stesse impalcature in biblioteca, gli stessi muri scrostati, le bacheche stracariche di annunci, libri, case, feste studentesche.
e poi quello che ce l'ha col mio sorriso: l'altra volta era 'amaro', stavolta... stavolta è 'ironico', 'come forse anche il mio, del resto, e sa, se si scontrano...'
mi ha prestato un libro, una poetessa: anna maria carpi. a primo sguardo mi è sembrata interessante, poi ho capito che lo è veramente, mi sono portata il libro a letto, e quando Mauro mi ha chiamata, ho provato a parlargliene, e gli ho letto dei versi -sono una pessima lettrice di poesia, purtroppo.
sono il tipo di versi che potrei scrivere io, se ne fossi capace ovviamente.
...gli esami restano lì, non me li tocca nessuno. invece adesso hanno fatto quella porcata dei nuovi ordinamenti, e se non mi laureo entro il 2010 sono fuori. avevo pensato anche di trasferirmi in un'altra università, ma magari dove vado 'storia della critica' o 'teoria e metodologia generale della letteratura' non ci sono, e magari non me li riconoscono. insomma troppi casini. devo starmene lì, e pure col mio vecchio relatore, quello che la prima volta che gli ho portato qualcosa mi ha chiesto "Ma lei l'ha mai letto un libro?"
giovedì ci sono andata. la rassegnazione, la disperazione che mi spingevano non sono riuscite a soffocare l'ansia. cosa gli dirò, cosa mi dirà. so già che darò il peggio di me.
è incredibile, al Maldura non è cambiato niente. gli stessi bidelli, le stesse impalcature in biblioteca, gli stessi muri scrostati, le bacheche stracariche di annunci, libri, case, feste studentesche.
e poi quello che ce l'ha col mio sorriso: l'altra volta era 'amaro', stavolta... stavolta è 'ironico', 'come forse anche il mio, del resto, e sa, se si scontrano...'
mi ha prestato un libro, una poetessa: anna maria carpi. a primo sguardo mi è sembrata interessante, poi ho capito che lo è veramente, mi sono portata il libro a letto, e quando Mauro mi ha chiamata, ho provato a parlargliene, e gli ho letto dei versi -sono una pessima lettrice di poesia, purtroppo.
sono il tipo di versi che potrei scrivere io, se ne fossi capace ovviamente.
So scrivere, ho una certa mia maniera,
ma tutti sanno scrivere,
ho una casa decente e faccio inviti,
ho un matrimonio in cui si va d'accordo
sulla guerra in Irak, non su me stessa-
nessuno può capire la stortura
che significa scrivere, impossibile-
...
dall'altra parte del filo un silenzio imbarazzato, tentativi di scuse. ma non importa, gli ho detto io, del resto sarebbe lo stesso se tu ti mettessi a parlarmi dei tuoi contratti sui casali dell'alto medioevo...
o forse no.
o forse no.
SPERIAMO CHE SIA FEMMINA
lo so, è quasi un mese che non scrivo.
e mi sembra una vita fa. o ieri, anche.
avevo cominciato a leggere FIGHT CLUB, poi avevo deciso che non ce la facevo, poi ho fatto quello che non faccio mai, leggere qualche pagina qua e là e arrivare a quella dannata fine. intanto sono uscita con alcune mie colleghe di dieci anni meno di me, metto il body corazza, possibile che c'ho ancora sta pancia, cacchio? le due neomammine che sono con noi si lamentano delle tette perdute. io anch'io, sognando la mia seconda. no, questa pancia non mi convince.
la stecca da farmacia pare un razzo: ma quali tre minuti? manco tre secondi e già ero incinta.
il giorno dopo al laboratorio non mi hanno dato il risultato perché il valore era troppo alto e era ora di chiudere.
ci vediamo lunedì.
mercoledì sono già a casa dei miei, il ginecologo mi ha detto di passare all'ospedale alle sette, sono le sette meno un quarto, il tempo di una doccia e siamo lì.
secondo lui nascerà il quattro febbraio.
speriamo che sia femmina. o forse no.
per lei, naturalmente.
e mi sembra una vita fa. o ieri, anche.
avevo cominciato a leggere FIGHT CLUB, poi avevo deciso che non ce la facevo, poi ho fatto quello che non faccio mai, leggere qualche pagina qua e là e arrivare a quella dannata fine. intanto sono uscita con alcune mie colleghe di dieci anni meno di me, metto il body corazza, possibile che c'ho ancora sta pancia, cacchio? le due neomammine che sono con noi si lamentano delle tette perdute. io anch'io, sognando la mia seconda. no, questa pancia non mi convince.
la stecca da farmacia pare un razzo: ma quali tre minuti? manco tre secondi e già ero incinta.
il giorno dopo al laboratorio non mi hanno dato il risultato perché il valore era troppo alto e era ora di chiudere.
ci vediamo lunedì.
mercoledì sono già a casa dei miei, il ginecologo mi ha detto di passare all'ospedale alle sette, sono le sette meno un quarto, il tempo di una doccia e siamo lì.
secondo lui nascerà il quattro febbraio.
speriamo che sia femmina. o forse no.
per lei, naturalmente.
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