venerdì 16 luglio 2021

OGNUNO RICONOSCE I SUOI 40 - L'uomo che amava i libri

 



«Un tempo…» Montag esita, poi riprende: «Un tempo devi averli amati molto, i libri».

«Touché!» risponde il capo dei pompieri. «Sotto la cintura. Al mento. Dentro il cuore. Da strappare le budella. Oh guardami, Montag. L’uomo che amava i libri, no, il ragazzo che era innamorato perso di loro, folle di loro, che per loro si arrampicava sugli scaffali come uno scimpanzé impazzito.
Li ho mangiati come un’insalata, i libri erano il mio sandwich per pranzo, il mio pasto leggero, la mia cena e il mio spuntino di mezzanotte. Ho strappato le pagine, le ho mangiate col sale, affogate nella salsa, rosicchiato le rilegature, ho sfogliato i capitoli con la lingua! Libri a dozzine, a ventine, a milioni! Ne ho portati a casa così tanti che sono stato gobbo per anni. Filosofia, storia dell’arte, politica, scienze sociali, poesia, saggi, la grande commedia: scegline uno, io li ho mangiati tutti. E poi… e poi…»
La voce del capo dei pompieri si affievolisce.

Montag lo incalza: «E poi?». «Beh, e poi arriva la vita.»
 
Il capo dei pompieri chiude gli occhi e ricorda. «La vita. La solita vita, l’amore che non scalda davvero, il sogno che si guasta, il sesso che va a pezzi, la morte che raggiunge troppo presto gli amici che non la meritano, l’omicidio di questo o quell’altro, la follia di una persona cara, la lenta morte di una madre, l’improvviso suicidio di un padre – un precipitoso caricare di elefanti, un assalto di malattie.
E da nessuna parte – da nessuna parte – il libro giusto per il momento giusto, qualcosa da infilare nel muro fatiscente della diga che sta per crollare, per trattenere il diluvio, per offrire o cogliere una metafora, perdere o trovare una similitudine. E al confine estremo dei trenta, all’orlo dei trentuno, mi sono raccolto, tutte le ossa rotte, ogni centimetro della mia carne abrasa, ammaccata, sfregiata. Mi sono guardato allo specchio e ho visto un vecchio perso dietro la faccia spaventata di un giovane, ho visto odio per tutto e per tutti – scegli tu – e ho aperto le pagine dei libri della mia bella biblioteca e cos’ho trovato? Cosa? Che cosa!?»
Montag prova a supporre: «Le pagine erano vuote?». «Esatto! Vuote! Oh, c’erano le parole, certo, ma mi scorrevano sugli occhi come olio bollente – non significavano nulla. Non erano d’aiuto, di nessun conforto, nessuna pace, nessun rifugio, nessun vero amore, nessun letto, nessuna luce.»

 

Fahrenheit 451, citato da dallo stesso Bradbury in
Bradbury, Ray. Lo Zen nell'arte di scrivere

 



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