giovedì 6 luglio 2017

AK-47






il kalashnikov compie settant'anni. Ne hanno parlato a radiotre mondo (la trasmissione si trova qui).
tra le varie informazioni, mi ha particolarmente impressionato che l'AK-47, la sigla che identifica questo efficientissimo fucile automatico, c'è anche nella bandiera del mozambico, che si vede qui sopra.
quando sono andata a vederla, e a leggere qualcosa su questa scelta bizzarra che mi ha subito richiamato alla mente le guerriglie infinite che sono la faccia oscura dell'africa col loro corollario infame dei bambini soldato, ho scoperto che sotto alla zappa e al kalashnikov c'è anche un libro.
purtroppo, il livello di analfabetismo del mozambico è attualmente superiore al 50% e i bambini che vanno a scuola difficilmente superano le elementari.
i kalashnikov, invece, sono sempre lì.
perché i kalashnikov hanno di bello, si fa per dire, che non si rompono mai.
e questo, anche a essere favorevoli al commercio delle armi, è un grosso problema: che quando li vendi, poi, non sai mica per quanto tempo quello a cui l'hai venduto resta tuo amico. o a chi li rivende.
il kalashnikov ha fatto più morti della bomba atomica, e l'azienda che lo produce assumerà altre 1700 persone.
Michail Kashnikov, l'inventore del AK-47

lo scaffale della mamma snaturata - viaggio al termine della notte



un po' perché i libri appena usciti non li leggo quasi mai, un po' perché se prendo un libro di qualcuno che non conosco, lo apro a caso e capisco subito se mi garba o no, oppure è perché ne ho sentito leggere dei pezzi, o ne ho sentito parlare alla radio, insomma mi capita veramente di rado di leggere un libro che non sia nelle mie corde, per un motivo o per l'altro.
un altro motivo, poi, è che ho poco tempo, soprattutto da perdere. i libri che ho letto ultimamente mi sono piaciuti, erano divertenti o interessanti o anche deludenti, come il cardellino di donna tart, che l'ho finito con le sue duemila pagine solo perché a me piacciono le storie, come mi piace guardare un film alla tv solo per vedere come finisce, anche se di solito lo so già, che poi il cardellino finisce con un pippone di non so quante pagine che ho trovato disonesto, per dirla tutta, comunque, tutto questo per dire che sorprendermi, un libro, a me è proprio difficile che mi sorprenda, invece questo qua, che ha quasi novant'anni, porca vacca, che libro incredibile.
l'ho preso solo perché era un'offerta del giorno kindle.
la traduzione no, non mi è piaciuta, perché non si può mica mettere nella traduzione delle parole che non ci sono neanche nel vocabolario, vabbè, magari sono dei localismi, ma allora lo devi mettere in nota, che io, trigo, più o meno l'ho capito che roba è, ma non esiste neanche nello zingarelli del mio kindle. tanto per dirne una.
anche il finale, devo dire, non m'è piaciuto per niente, che ho girato pagina e il libro era finito, come con bassotuba non c'è di paolo nori.
forse perché girar pagina, col kindle, è 'na parola grossa, che le pagine appaiono e scompaiono a toccarci sopra.
è il primo libro vero che leggo, col kindle, e uno dei difetti, devo dire, è che non sai mica a che punto sei arrivato. è grosso, come difetto. sì, c'è la percentuale, ma non è affatto come sentire il pacchettino di pagine che ti mancano da leggere che via via si fa più sottile, fino all'ultima. uno lo deve sapere, che è l'ultima pagina, quella che sta leggendo.
 i miei alunni, l'altro giorno, mi hanno chiesto quante pagine ha il libro delle vacanze. ma cosa volete che ne sappia, io, di quante pagine ha il vostro libro delle vacanze???? io, gli ho detto, il libro che sto leggendo adesso... vediamo quante pagine ha... guardo il kindle e vedo che alla dimensione che ho messo io per leggere comodamente, sono  7875 pagine. sic. alcuni sono impalliditi. anche perchè non ascoltano niente, e pensavano stessi parlando del loro libri delle vacanze.
non lo so mica, in realtà, quante pagine abbia sto libro. il manoscritto ne aveva novecento, ho letto alla fine, che hanno avuto la bontà di mettere tutte le solite pippe sull'autore, la critica eccetera, alla fine.
beh, insomma,  nonostante sia difficile, da leggere e soprattutto da reggere, io lo consiglio a tutti, di leggerlo, viaggio al termine della notte. 
un delirio lucidissimo al fondo delle miserie umane, della guerra, prima, e del dopo, anche, un'immersione nella notte plumbea dell'umanità, con la morte sempre in agguato, che copre tutto col suo fetore, i poveri, che ci sguazzano dentro da che son nati, ma anche i ricchi,  anche se credono di galleggiarci sopra.