ma non sorridi proprio mai!
mi ha detto mia madre l'altro giorno.
e si vede che non c'ho niente da ridere.
io, che ho rischiato più volte di morire dal ridere con la cioccolata su per il naso, io che l'unica volta che un prof m'ha buttata fuori dalla porta è stato perché non riuscivo a smettere di ridere...
manca poco.
ma a me sembra che ogni giorno non finisca mai.
e non ho ancora preparato la valigia.
e ho il glucosio nelle urine e ho dovuto fare la curva glicemica per vedere se ho il diabete.
e vorrei bere il mio tè dalla mattina alla sera, e mangiare una mega pizza, fare una bella colazione con pane e miele, e la spremuta d'arance, e bere il chinotto, e il succo di pompelmo, e farmi un panino con la sopressa, e perfino bere un caffè lungo che non lo bevo mai...
prima Mauro mi ha mandato dei links a siti sulla gravidanza. in uno c'erano le "nostre" storie di mamme: nove mesi d'amore, si intitola la sezione.
"Sognavo ogni notte un angioletto pieno d'amore","Non ho bisogno di nient'altro nella vita... questo per me è TUTTO" "Il periodo più bello della mia vita!" Non finirò mai di ripetere che è un vero miracolo, è magia!!!
cinquant'anni, poco più. la scuola, la casa, la lotta impari col caos,un marito e tre ex piccoli figli adorabili, quando dormono... e questa piccola stanza virtuale tutta per me.
mercoledì 14 gennaio 2009
martedì 6 gennaio 2009
FRATELLI D'ITALIA. c'era una volta il sistema sanitario nazionale 4
Bruno ha un bozzo in testa. ce ne siamo accorti l'ultimo dell'anno. una cosa grande più o meno come un pugno, sopra l'orecchio destro, che se la tocchi è molle, ma di colore normale, sena parti scure tipo ematoma, e nessuna escoriazione.
mauro l'ha già portato al pronto soccorso, dopo un'accurata palpazione e alcune prove per escludere problemi neurologici (ma lui sembra stare benissimo, nessuna irritabilità, pianto non giustificato, torpore...)li rimandano a casa dicendo di tornare dopo un paio di giorni.
solo che mauro è tornato a casa, e tocca a me.
arrivo che sono le tre di pomeriggio, 5 gennaio. domani è festa, ma oggi no. però è prefestivo. questo significa che i pediatri fanno vacanza.
eccerto. del resto, sono solo quattro giorni di gennaio con la più brutta influenza degli ultimi anni, che vuoi che sia? abbiamo la guardia medica (non pediatrica) e il pronto soccorso, dove ovunque ti giri leggi cartelli minatori della serie: i medici dell'ospedale sono per i bambini ricoverati all'ospedale,gli altri vadano dal pediatra, quando il pediatra non c'è dovete andare dalla guardia medica, guardate che decidiamo noi quanto farvi aspettare e potrebbe essere molto lungo e doloroso, e amenità del genere. fino alle quattro e mezza non esce nessuno. tutti i bambini presenti sono più piccoli di Bruno, dai quindici giorni ai sei mesi. quando finalmente esce una dottoressa, guarda un paio di bambini e poi scompare di nuovo. toccherebbe a noi. bruno continua a correre di qua e di là, a buttarsi per terra, non ne vuole sapere di stare in braccio, è particolarmente attratto dal cestino delle cartacce che evidentemente gli pare un forziere del tesoro.
io non ce la faccio più a tirarlo su da terra, e neanche a stargli dietro. alle cinque e mezza finalmente esce la dottoressa.
la cosa pare strana anche a lei. mi fa fare una radiografia e un'ecografia per valutare se la massa è liquida o no. devo scendere al piano terra. lì trovo un'infermiera che impietosita dal mio stato mi porta al laboratorio lastre. qui comincia una specie di tragedia perché sono da sola e incinta, e quindi non posso tenere fermo il bambino finché gli fanno la lastra. non serve a niente che io dica che lo tengo lo stesso. la tecnica radiologa pare che sia incinta anche lei, allora chiama il dottore. vorrebbero che chiamassi qualcuno a casa. alla fine il dottore scocciatissimo per questa botta di radiazioni che deve prendersi e oltretutto porconando col dottore che ha firmato l'impegnativa in quanto dopo cinque giorni figurati se è una frattura, ma tanto parlare con quello è assolutamente inutile, si sacrifica per questa benedetta lastra. mentre la radiologa spara Bruno si muove, così la lastra viene mossa, ma comunque la frattura c'è eccome.
il dottore me lo dice e mi dice pure che ha già telefonato di sopra alla dottoressa, che tornassimo pure su.l'ecografia non si fa perché la massa è evidentemente conseguenza della frattura. la lastra sbolsa però se la tiene.
torniamo di sopra. la dottoressa mi chiede la lastra, cosa posso farci se non me l'ha data? vabbè, scrivo il referto lo stesso, potete andare, ma veda se riesce a farsi dare la lastra, è comunque un suo referto da tenere per documentazione.
scendo e mi stanno già cercando per darmela. "passi dalla portineria del pronto soccorso a lasciare il foglio". "eh no, signora, deve riportarlo di sopra sa?" "ma mi hanno detto di lasciarlo..." "no guardi, deve proprio tornare su". torniamo su con cappotto sciarpa cappello un caldo boia io non ce la faccio più sono le sette di sera. la dottoressa non c'è più. citofono all'infermiera che venga a prendersi sto cazzo di carta, ma lei telefona alla dottoressa che nel frattempo è scesa giù al nido e lei dice aspettatemi un attimo che già che c'è dò un'occhiata a sta lastra. arriva, e la vedo anch'io: un filo di crepatura lungo tutta la parete laterale del cranio.
resta un mistero quando e come se la sia fatta, perché noi non ci siamo proprio accorti di niente.
tornando mi fermo a comprare un caschetto, e i dolcetti per la calza. stanotte arriva la befana.
solo che mauro è tornato a casa, e tocca a me.
arrivo che sono le tre di pomeriggio, 5 gennaio. domani è festa, ma oggi no. però è prefestivo. questo significa che i pediatri fanno vacanza.
eccerto. del resto, sono solo quattro giorni di gennaio con la più brutta influenza degli ultimi anni, che vuoi che sia? abbiamo la guardia medica (non pediatrica) e il pronto soccorso, dove ovunque ti giri leggi cartelli minatori della serie: i medici dell'ospedale sono per i bambini ricoverati all'ospedale,gli altri vadano dal pediatra, quando il pediatra non c'è dovete andare dalla guardia medica, guardate che decidiamo noi quanto farvi aspettare e potrebbe essere molto lungo e doloroso, e amenità del genere. fino alle quattro e mezza non esce nessuno. tutti i bambini presenti sono più piccoli di Bruno, dai quindici giorni ai sei mesi. quando finalmente esce una dottoressa, guarda un paio di bambini e poi scompare di nuovo. toccherebbe a noi. bruno continua a correre di qua e di là, a buttarsi per terra, non ne vuole sapere di stare in braccio, è particolarmente attratto dal cestino delle cartacce che evidentemente gli pare un forziere del tesoro.
io non ce la faccio più a tirarlo su da terra, e neanche a stargli dietro. alle cinque e mezza finalmente esce la dottoressa.
la cosa pare strana anche a lei. mi fa fare una radiografia e un'ecografia per valutare se la massa è liquida o no. devo scendere al piano terra. lì trovo un'infermiera che impietosita dal mio stato mi porta al laboratorio lastre. qui comincia una specie di tragedia perché sono da sola e incinta, e quindi non posso tenere fermo il bambino finché gli fanno la lastra. non serve a niente che io dica che lo tengo lo stesso. la tecnica radiologa pare che sia incinta anche lei, allora chiama il dottore. vorrebbero che chiamassi qualcuno a casa. alla fine il dottore scocciatissimo per questa botta di radiazioni che deve prendersi e oltretutto porconando col dottore che ha firmato l'impegnativa in quanto dopo cinque giorni figurati se è una frattura, ma tanto parlare con quello è assolutamente inutile, si sacrifica per questa benedetta lastra. mentre la radiologa spara Bruno si muove, così la lastra viene mossa, ma comunque la frattura c'è eccome.
il dottore me lo dice e mi dice pure che ha già telefonato di sopra alla dottoressa, che tornassimo pure su.l'ecografia non si fa perché la massa è evidentemente conseguenza della frattura. la lastra sbolsa però se la tiene.
torniamo di sopra. la dottoressa mi chiede la lastra, cosa posso farci se non me l'ha data? vabbè, scrivo il referto lo stesso, potete andare, ma veda se riesce a farsi dare la lastra, è comunque un suo referto da tenere per documentazione.
scendo e mi stanno già cercando per darmela. "passi dalla portineria del pronto soccorso a lasciare il foglio". "eh no, signora, deve riportarlo di sopra sa?" "ma mi hanno detto di lasciarlo..." "no guardi, deve proprio tornare su". torniamo su con cappotto sciarpa cappello un caldo boia io non ce la faccio più sono le sette di sera. la dottoressa non c'è più. citofono all'infermiera che venga a prendersi sto cazzo di carta, ma lei telefona alla dottoressa che nel frattempo è scesa giù al nido e lei dice aspettatemi un attimo che già che c'è dò un'occhiata a sta lastra. arriva, e la vedo anch'io: un filo di crepatura lungo tutta la parete laterale del cranio.
resta un mistero quando e come se la sia fatta, perché noi non ci siamo proprio accorti di niente.
tornando mi fermo a comprare un caschetto, e i dolcetti per la calza. stanotte arriva la befana.
domenica 4 gennaio 2009
vacanze di natale
le aspettavo come un miraggio nel deserto, sono già passate.
per dormire, riposarmi, ritrovare tante cose. staccare la spina.
siamo partiti il 24 mattina, lasciandoci dietro casse di libri umidi sparsi ovunque ad asciugare,i termosifoni carichi di fascicoli e copertine, giochi dei bambini nei letti sfatti e di sicuro qualcosa in frigo che Mauro troverà in putrefazione, rientrando a casa. avrò scordato tante di quelle cose ma non m'importa, non voglio che m'importi.
sono stanca.
per dormire, riposarmi, ritrovare tante cose. staccare la spina.
siamo partiti il 24 mattina, lasciandoci dietro casse di libri umidi sparsi ovunque ad asciugare,i termosifoni carichi di fascicoli e copertine, giochi dei bambini nei letti sfatti e di sicuro qualcosa in frigo che Mauro troverà in putrefazione, rientrando a casa. avrò scordato tante di quelle cose ma non m'importa, non voglio che m'importi.
sono stanca.
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